Disidratazione negli anziani: sintomi e come rimediare
La disidratazione negli anziani può avere conseguenze gravi. Scopri come riconoscerla ed evitarla
Le estati sempre più calde portano con sé alcuni rischi per la salute, specialmente nelle persone più fragili. Per gli anziani, in particolare, si tratta di un periodo molto delicato che richiede maggiori precauzioni per garantire il necessario stato di benessere. Tra queste non può di certo mancare una corretta assunzione di liquidi, e oggi vogliamo parlarvi proprio di questo: la disidratazione negli anziani, i sintomi e i rimedi.
Cos’è la disidratazione
Se il nostro organismo non assume una quantità sufficiente di liquidi e dunque ne consuma di più di quanti ne introduciamo nel nostro corpo, ci troviamo di fronte a uno stato di disidratazione.
Il fabbisogno di liquidi non è lo stesso per ogni età e peso corporeo, ma è buona norma non scendere mai al di sotto di una determinata soglia. Agli anziani che non soffrono di particolari patologie si consiglia ad esempio di ingerire dai 20 ai 25 millilitri di liquido al giorno per ciascun chilo di peso. Una persona di 70 chili dovrebbe assumere quindi tra 1,4 e 1,75 litri d’acqua ogni giorno. Come consigliano gli esperti, una buona media potrebbe essere dunque pari a 1,5 litri.
Perché la disidratazione colpisce più di frequente gli anziani?
Se ci prendiamo cura di una persona anziana probabilmente ci sarà già capitato di vederla rifiutare un bicchiere d’acqua, oppure di dimenticarsi di bere durante la giornata.
Non è un caso che la disidratazione colpisca più di frequente gli anziani, e le ragioni sono molteplici. Vediamo i casi più frequenti:
- con l’avanzare dell’età lo stimolo della sete si avverte sempre meno, soprattutto nei mesi freddi. Se non opportunamente stimolati si tende quindi a bere meno del necessario, il che è particolarmente dannoso d’estate quando la sudorazione provoca un aumento della perdita di liquidi;
- la perdita dell’autosufficienza, anche causata da patologie quali la demenza e l’Alzheimer, porta alla difficoltà di gestire l’assunzione di liquidi nel corso della giornata;
- anche la maggiore incidenza di febbre e gastroenteriti in età avanzata provoca una maggiore perdita di liquidi;
- infine, un’altra ragione che spiega la maggiore disidratazione negli anziani è l’assunzione di farmaci, fenomeno piuttosto consueto in età avanzata. Alcuni medicinali hanno infatti effetti diuretici e possono contribuire alla disidratazione di chi li assume.
Disidratazione anziani: sintomi
Ora che ne conosciamo meglio le cause è tempo di approfondire il tema da cui siamo partiti, ovvero la disidratazione anziani: i sintomi.
La prima cosa da sapere è che non tutti gli anziani che soffrono di disidratazione manifestano gli stessi sintomi; molto dipende infatti dallo stadio e dalla gravità del fenomeno.
Gli 11 disturbi che elenchiamo di seguito rappresentano comunque altrettanti campanelli d’allarme da non sottovalutare, perché potrebbero essere indice proprio di uno stato di scarsa idratazione:
- pelle secca, che tende a squamarsi;
- sudorazione assente, anche quando la temperatura esterna è elevata;
- alla mancata sudorazione corrisponde un aumento della temperatura corporea che a sua volta può generare un colpo di calore, una condizione molto rischiosa soprattutto per gli anziani;
- crampi. Gli spasmi muscolari che spesso colpiscono i polpacci, le cosce e i piedi possono derivare da uno stato di disidratazione nella persona anziana;
- colore delle urine. Se sono scure è probabile che il corpo non disponga di liquidi a sufficienza e stia dunque attraversando una fase di disidratazione. Anche le infezioni urinarie possono dipendere dallo stesso sintomo;
- insufficienza renale;
- stitichezza;
- aritmia e aumento della frequenza cardiaca;
- vista offuscata;
- senso di confusione, vertigini e perdita della memoria;
- spossatezza e sonnolenza.
Quanto ai diversi stadi di disidratazione, l’Associazione Geriatri italiani ne ha identificati quattro, associando a ciascuno una percentuale specifica. Se la disidratazione è pari al 2%, a subirne le conseguenze sono la termoregolazione e il volume plasmatico; se raggiunge il 5% si presentano crampi, debolezza e maggiore irritabilità, mentre al 7% l’anziano percepisce una sensazione di malessere generale, debolezza intensa e allucinazioni. Quando poi arriva al 10% subentra il rischio di un colpo di calore, che può portare a conseguenze gravi in età avanzata.
In questi casi, specie se la persona si rifiuta di bere, è sempre meglio contattare il proprio medico che proporrà la corretta terapia per reintegrare i liquidi persi.
Disidratazione anziani: rimedi
Cosa fare allora se ci accorgiamo che stanno apparendo i primi sintomi di disidratazione nella persona anziana di cui ci prendiamo cura?
La prima operazione per contrastare la disidratazione negli anziani è quella di identificare il suo fabbisogno quotidiano di acqua (ad esempio 1 litro e mezzo) e cercare di stimolarne l’assunzione, ad esempio sensibilizzando la persona al problema e ricordandole che deve bere.
Per facilitare il compito, un rimedio potrebbe essere lasciare un bicchiere e una bottiglia d’acqua sempre a portata di mano, in modo tale che l’anziano non debba alzarsi ogni volta per prendere da bere (e dunque rinunci per pigrizia o difficoltà motorie).
Un altro rimedio contro la disidratazione anziani è quello di variare la tipologia di liquidi proposti, ad esempio alternando l’acqua con succhi di frutta (meglio se non zuccherati), estratti, tisane e té, e allo stesso tempo inserire alimenti ricchi di liquidi nell’alimentazione come zuppe, vellutate e brodo, e più in generale frutta e verdura.
Se bere risulta faticoso, si può sfruttare anche un altro stratagemma: ogni volta che si assume un medicinale basterà accompagnarlo con un bel bicchiere colmo d’acqua.
È buona norma infine evitare che gli anziani vivano in ambienti troppo caldi, optando ad esempio per l’uso di un ventilatore o di un condizionatore in estate, o per la permanenza in luoghi freschi e ventilati come i parchi e i giardini.
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