Il diabete negli anziani, quali conseguenze e come gestirlo?
Una patologia sempre più diffusa, che colpisce il 21% della popolazione con più di 75 anni
È una patologia piuttosto diffusa tra gli anziani, e il trend è in crescita. Stiamo parlando del diabete, che secondo il Ministero della Salute colpisce il 21% della popolazione di età pari o superiore ai 75 anni. Anche se i casi potrebbero essere di più, perché chi ha il diabete non sempre ne è consapevole.
Data la sua elevata incidenza in età avanzata, è indubbiamente utile conoscerlo meglio per favorirne la prevenzione e gestirlo con maggiore consapevolezza in caso di diagnosi. Andiamo allora a scoprire quali sono i sintomi e le conseguenze del diabete anziani, e qualche regola di base per convivere con questa patologia.
Diabete anziani, i sintomi
Cos’è il diabete esattamente? È quella condizione che si verifica quando il corpo, e nello specifico il pancreas, non produce insulina a sufficienza: se questo ormone non è presente in quantità tali da metabolizzare correttamente i carboidrati assunti con l’alimentazione, il livello di glucosio nel sangue diventa elevato e si va incontro a uno stato di iperglicemia.
Di diabete, però, non esiste soltanto un tipo. Si parla infatti di diabete di tipo 1, o mellito, in caso di malattia cronica e autoimmune che provoca l’assenza totale di insulina nel corpo. Questa tipologia di diabete è la meno frequente nella popolazione e insorge spesso in età precoce. Se invece assistiamo a un’alterazione della produzione di insulina e del suo funzionamento con conseguente iperglicemia, che in genere si verifica superati i 40 anni, si parla allora di diabete di tipo 2.
Quando parliamo di diabete negli anziani ci riferiamo proprio a questa seconda tipologia. Ma come accorgersi di averla contratta?
Non è sempre facile, ma ci sono alcuni campanelli d’allarme che dovrebbero destare la nostra attenzione. Tra i sintomi più comuni citiamo infatti la poliuria, ovvero l’aumento della necessità di urinare, la polidipsia, un’aumentata sensazione di sete, e l’astenia, un maggiore senso di stanchezza e spossatezza.
Da non trascurare poi l’eventuale comparsa di candida genitale, la perdita di peso, così come la difficoltà di guarigione delle ferite.
Diabete anziani, le conseguenze
Le conseguenze del diabete nella terza età non sono di certo trascurabili. A lungo andare, e specialmente nei casi più gravi, possono influire anche sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono, limitandone ad esempio la socialità. Ecco a cosa può portare questa patologia:
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- aumentato rischio di sviluppare problemi cardiovascolari, ad esempio l’infarto miocardico, e in parallelo un maggiore rischio di ictus;
- come conseguenza della poliuria, il diabete può generare incontinenza e avere un impatto negativo sulla qualità del sonno;
- se non vengono assunti liquidi a sufficienza può portare anche alla disidratazione;
- impatto sul sistema immunitario: come abbiamo visto il diabete può rallentare la guarigione delle ferite, ma può aumentare anche il rischio di infezioni;
- la fatica e la preoccupazione di dover gestire la malattia possono portare infine all’insorgere della depressione, con conseguenze anche sulla vita sociale dell’anziano.
Come gestire il diabete in età avanzata
Finora abbiamo approfondito il tema del diabete anziani, sintomi e conseguenze. Ma quali sono le cause della sua comparsa nella terza età, e come si può fare per gestirlo?
Purtroppo non sempre è possibile prevenirne l’insorgenza perché può dipendere da fattori che esulano dalla volontà personale, ad esempio la presenza di altre malattie, l’assunzione di determinati farmaci e le disfunzioni legate alla produzione di insulina.
In altri casi, però, è lo stile di vita errato a influire maggiormente sulla comparsa del diabete. Una dieta scorretta e la mancanza di attività fisica hanno conseguenze negative sulla salute dell’individuo in generale, e se protratte nel tempo possono portare anche alla comparsa del diabete.
Il primo passo nella prevenzione del diabete allora sarà proprio la correzione delle cattive abitudini, seguendo una dieta sana e praticando sport a cadenza regolare. Attività che giocano un ruolo essenziale anche nel tenere sotto controllo la malattia una volta diagnosticata, insieme all’assunzione di farmaci e all’automonitoraggio glicemico.
In quest’ultimo caso sarà il medico a fornire tutte le indicazioni necessarie per gestire il diabete nel migliore dei modi, sulla base del quadro clinico specifico del paziente.
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