La figura del caregiver. Significato, requisiti e agevolazioni

Caregiver: significato

Il ruolo del caregiver è entrato a far parte della normativa italiana con la legge n.205 del 2017, quando per la prima volta è stato ufficialmente riconosciuto e definito. Tradotto letteralmente, “caregiver” significa colui/colei che offre le proprie cure a un’altra persona, e infatti la legge si riferisce ai caregiver proprio come coloro che assistono e si prendono cura di specifici soggetti. 

Prendendo in prestito le parole della guida reperibile sul sito dell’Inail, tale figura può essere definita come l’assistente familiare volontario che quotidianamente e gratuitamente assiste un parente non autosufficiente. 

Prendendosi cura di un familiare in maniera volontaria, per scelta o per necessità, questo tipo di caregiver si differenzia dunque dalle figure professionali, come potrebbero essere le badanti, che svolgono il proprio lavoro dietro compenso e sotto la sorveglianza dei familiari.

Ma a chi presta assistenza un/a caregiver esattamente? Con l’espressione “parenti non autosufficienti” ci si riferisce al coniuge, al convivente di fatto o una delle parti dell’unione civile, ma anche ai figli, ai genitori o a un altro familiare, che abbia bisogno di assistenza continuativa a causa di una malattia o di una disabilità, ad esempio una patologia degenerativa o cronica.

La normativa parla inoltre di diversi tipi di assistenza, che può essere diretta – rivolta cioè a soddisfare le necessità primarie come mangiare, lavarsi ecc. – o indiretta, il che comporta ad esempio l’occuparsi delle questioni economiche, amministrative ecc. oltre che di prestare soccorso in caso di pericolo.

Caregiver: i requisiti

Dalla definizione che abbiamo appena visto emergono alcune caratteristiche essenziali del caregiver, ad esempio che l’attività deve essere svolta gratuitamente e in maniera continuativa. Sulla base del DDL 1461 del 2019 (non ancora trasformato in legge), possiamo identificarne altri 3:

• il caregiver deve essere nominato dall’assistito/a;
• per ogni persona assistita deve esserci un solo caregiver, ovvero tra caregiver e familiare assistito dev’esserci un rapporto di 1 a 1;
• la persona assistita è stato riconosciuta invalida, come previsto dalla legge 104.

Le agevolazioni per i caregiver e il Bonus 2022

A differenza di quanto succede in altri paesi europei, in Italia la figura del caregiver non è ancora tutelata dal punto di vista previdenziale e retributivo: ciò significa che, come sappiamo, i caregiver non percepiscono uno stipendio per il lavoro svolto, né i contributi previdenziali.

Nonostante ciò esistono alcune agevolazioni che permettono ai caregiver che hanno un’occupazione di dedicare più tempo alla persona assistita e alle sue necessità. Tali agevolazioni sono garantite dalla legge 104/1992, e consistono nella possibilità di avere tre giorni di permesso mensile retribuito e, se occorre, di prendere un congedo straordinario retribuito della durata massima di 2 anni.   

Nel 2022 è stato inoltre emanato un nuovo bando dell’Inps che disciplina il cosiddetto Bonus Caregiver, un contributo in denaro erogato a favore dei caregiver e dei loro assistiti, che proseguirà fino al 2025. Per potervi accedere è necessario tra l’altro avere un reddito annuale basso ed essere già beneficiari della legge 104. Per maggiori informazioni vi consigliamo di consultare il sito dell’Inps.